Questa teoria ha
due grossi difetti di fondo: il primo è che data la miriade di scelte che
dobbiamo fare ogni giorno, non abbiamo il tempo di effettuare valutazioni
precise (ed allora quasi sempre ci affidiamo a valutazioni euristiche, chiamate
“scorciatoie”). Il secondo difetto è ancora più grave: non considera il fatto
che la parte razionale e conscia della nostra mente è mescolata ed influenzata in
modo inestricabile dalle emozioni e da una serie di fenomeni inconsci (che si
collegano ad esempio alle nostre esperienze passate).
Per chi volesse
approfondire il tema delle decisioni consiglio la lettura di “Decisioni ed emozioni: come la psicologia spiega il conflitto tra ragione e sentimento” di
G. Bellelli e R. Di Schiena.
Quando si parla
di nuovi prodotti e servizi, risulta altrettanto evidente che il valore
“emotivo” è molto elevato. Un esempio è il seguente: dal punto di vista
funzionale una qualsiasi station wagon è sicuramente più “utile” di un’automobile
sportiva, che ha prestazioni motoristiche eccezionali, ma pressochè inutili nel
traffico quotidiano. Eppure il valore emozionale (ed il prezzo) dell’auto
sportiva è generalmente molto più alto. Nel mondo B2B il valore emozionale è
altrettanto importante, anche se le emozioni in gioco possono essere diverse.
Ad esempio la fiducia acquista maggiore importanza, mentre l’importanza della
piacevolezza estetica diminuisce (ma non diventa certamente nulla!).
Troppo spesso quando
si progettano nuovi prodotti o servizi ci si concentra soltanto sull’aspetto
funzionale e sui costi, trascurando altri fattori di fondamentale importanza. Ho
provato allora a riassumere nella figura seguente i diversi punti di vista che
devono essere considerati quando si definisce un nuovo prodotto o servizio.
Ecco una breve descrizione dei diversi punti di vista:
- Spazio funzionale: prodotti e servizi vengono acquistati perchè rendono più semplice per l’utilizzatore raggiungere i propri obiettivi. La domanda fondamentale a cui rispondere è: “Mi serve?”. Per approfondire: "What customers want: using outcome-driven innovation to create breaktrough products and services" A. Ulwick.
- Spazio emozionale: la decisione di acquistare un prodotto richiede un coinvolgimento emozionale positivo. La domanda findamentale è dunque: “Mi piace?”. Per approfondire: "Emotional Design: why we love (or hate) everyday things" D. Norman.
- Spazio semantico: come dimostrano molti studi sul design, i prodotti hanno un significato simbolico, che viene influenzato da diversi fattori (esperienze personali, cultura , contesto, ...) e che gioca un ruolo importante nella scelta. Ad esempio una Mercedes ha tutti i significati di un’automobile generica (viaggiare, libertà, ...), ma scegliere una Mercedes significa anche ricercare qualcosa di elegante, prestigioso ed affidabile. La domanda fondamentale dello spazio semantico è: “Che cosa significa per me?". Per approfondire: "Design driven innovation: cambiare le regole della competizione innovando radicalmente il significato dei prodotti e dei servizi" D. Verganti.
- Spazio del valore economico: la decisione di acquistare un prodotto o un servizio viene influenzata in modo importante dal valore economico richiesto per l’acquisto. Tale valore deve essere proporzionato sia al “valore” attribuito dall’utilizzatore al prodotto stesso, sia alla disponibilità di denaro dell’utilizzatore. La domanda fondamentale è: “Me lo posso permettere?”. Per approfondire: "The strategy and tactica of pricing: a guide to growing more profitably" di T. Nagle - J. Hogan - J. Zale.
- Il livello di rischio percepito dal compratore: acquistare un prodotto o servizio significa introdurre un cambiamento nella propria vita. La nostra mente naturalmente valuta quindi il rischio di pentirsi della scelta fatta (regret). Questo aspetto viene influenzato da diversi fattori, quali il brand del fornitore, il processo di vendita (ad es. lasciare il prodotto in prova) ed il tipo di “contratto” proposto (ad es. la possibilità di restituire l’oggetto).
- Emozioni incidentali: le decisioni sono inoltre influenzate dalle emozioni pre-esistenti nell’acquirente, ma non correlate con il processo decisionale. Ad esempio l’umore “positivo” può favorire scelte più originali e/o rischiose, mentre l’umore “negativo” tende ad inibire qualsiasi decisione. È molto difficile influenzare le emozioni incidentali, però un buon processo di vendita dovrebbe cercare innanzitutto di mettere a proprio agio e di buon umore il potenziale acquirente.