domenica 29 maggio 2016

Sviluppare prodotti vincenti con requisiti instabili

Una delle regole classiche dello sviluppo dei nuovi prodotti afferma che la progettazione può iniziare soltanto quando i requisiti del prodotto siano stati definiti completamente, altrimenti si rischiano continue modifiche e la realizzazione di un prodotto poco focalizzato sulle esigenze degli utilizzatori. 

Nel mondo liquido però, la frammentazione del mercato, la complessità dei bisogni e la velocità del cambiamento, rendono spesso impossibile separare l’attività di definizione dei requisiti dall’attività di progettazione. Molte imprese si trovano dunque oggi nella condizione di dover iniziare la progettazione quando i requisiti sono ancora incompleti ed instabili. Questo genera inefficienza, ma permette anche di ridurre il time-to-market, di aumentare la flessibilità e di aumentare la probabilità di sviluppare prodotti vincenti.

La definizione progressiva dei requisiti:

  • Permette verifiche di mercato più frequenti ed efficaci durante lo sviluppo,
  • Richiede una maggior collaborazione tra le diverse funzioni coinvolte (ad es. marketing e progettazione),
  • Richiede una diversa ottimizzazione del processo di sviluppo e di gestione delle modifiche.

Verifiche di mercato durante lo sviluppo
Per le imprese la presunzione di saper interpretare i bisogni ed i desideri dei clienti è sempre più rischiosa. Per ridurre il rischio di realizzare prodotti di scarso successo, bisogna dunque prevedere numerose verifiche dei requisiti con gli utilizzatori.
All’inizio, quando non c’è ancora un prodotto da mostrare è utile effettuare interviste a persone che rappresentino il segmento di mercato target. È però conveniente arrivare quanto prima ad un minimum viable product, cioè ad un prodotto che soddisfi i bisogni principali, che si possa realizzare velocemente e che possa essere utilmente proposto ad alcuni early adopters per verificare il loro interesse e per raccogliere i loro suggerimenti. (per maggiori informazioni sul minimum viable product: The lean startup).

Maggior collaborazione tra marketing e progettazione
La definizione dei requisiti di un nuovo prodotto o servizio può essere suddivisa in 2 fasi: si parte dall’identificazione dei bisogni e desideri degli utilizzatori, per arrivare alla definizione delle caratteristiche desiderate del prodotto. Un tempo queste fasi erano separate e precedevano l’inizio della progettazione, che riceveva i requisiti in blocco (in un documento o in un sistema informatico di requirements management) ed organizzava liberamente le proprie attività.

Per facilitare la collaborazione tra marketing e progettazione nella definizione dei requisiti, può essere utile utilizzare uno strumento visuale che deriva dal classico “barashi” giapponese.


Lo strumento, rappresentato nella figura qui sopra, si basa su una rappresentazione schematica del prodotto da realizzare. I requisiti vengono descritti su post-it ed il loro stato viene rappresentato da diversi colori e segni:

  • Azzurro: per requisiti necessari, ma non ancora definiti,
  • Giallo: per requisiti definiti,
  • Verde: per requisiti modificati,
  • Un cerchio rosso (su post-it azzurro) rappresenta un requisito utilizzato dalla progettazione sulla base di assunzioni non concordate con il marketing,
  • Una X rossa (su post-it di qualsiasi colore) rappresenta un requisito congelato, ad esempio perché sono state ordinate le attrezzature di produzione (la modifica di un requisito congelato risulterà particolarmente costosa).

Utilizzando questo strumento risulterà chiaro a tutti lo stato dei requisiti e sarà quindi più semplice la collaborazione tra i diversi enti.

Ottimizzazione del processo di sviluppo e di gestione delle modifiche
Se oggi la definizione dei requisiti e la progettazione procedono in maniera indipendente e le modifiche ai requisiti avvengono in modo asincrono rispetto al processo di progettazione, per migliorare il processo è necessario coordinare queste attività.

È possibile allora procedere per sprint successivi della durata di 1-4 settimane, come avviene nell’agile development del software. All’inizio di ogni sprint vengono condivisi i requisiti definiti e la progettazione può chiedere al marketing la definizione dei requisiti che serviranno nei prossimi sprint. A sua volta la progettazione cercherà di pianificare le proprie attività basandosi sui requisiti disponibili. Questa collaborazione tra marketing e progettazione porta spesso risultati molto importanti in termini di riduzione del time-to-market e di riduzione delle modifiche.
Le modifiche ai requisiti sono comunque inevitabili e dovrebbero essere gestite nel corso di riunioni specifiche, che coinvolgano ed informino tutte le persone impattate dalla modifica e che dovrebbero svolgersi davanti al tabellone dei requisiti. Le modifiche vengono discusse e tracciate sul tabellone, definendo il piano di azioni per la loro realizzazione.

La gestione dei requisiti di prodotto è uno dei più importanti fattori critici di successo nello sviluppo dei nuovi prodotti e risente da un lato dell’instabilità del mercato e dall'altro della rigidità della struttura aziendale. Per questo è necessario e complicato trovare un punto di equilibrio ottimale tra flessibilità (negativa per la progettazione) e rigidità (negativa per il marketing).

domenica 15 maggio 2016

A piccoli passi: lavorare per sprint

Cogliendo l’occasione dell’uscita del bel libro Sprint: How to Solve Big Problems and Test New Ideas in Just Five Days di Jake Knapp, vorrei parlare del concetto di sprint.

Nel mondo liquido le perturbazioni, i cambi di requisiti e di obiettivi sono frequenti e questo rende particolarmente difficile gestire progetti di lunga durata. L’utilizzo degli sprint diventa allora estremamente utile: uno sprint è infatti un mini-progetto di durata breve e prefissata (normalmente da 1 a 4 settimane) con un obiettivo chiaro e raggiungibile.

Il concetto di sprint è stato introdotto nei primi anni ’90 da Ken Schwaber e Jeff Sutherland con lo scrum project management. Il metodo scrum prevede infatti che il futuro venga suddiviso in una serie di sprint successivi, con obiettivi e risorse definiti (qui si può scaricare un'utile guida al metodo scrum, scritta dai suoi ideatori).

I fattori critici di successo dello sprint sono chiari:
  • La durata dello sprint è fissata,
  • Gli obiettivi da raggiungere sono definiti e raggiungibili,
  • Il team di lavoro ha tutte le competenze necessarie per il raggiungimento degli obiettivi,
  • Gli strumenti di pianificazione e coordinamento delle attività sono ridotti al minimo,
  • Il team di lavoro è quanto più possibile stabile,
  • Gli obiettivi sono quanto più possibile stabili.
Nello scrum project management gli sprint si susseguono senza interruzione fino al completo sviluppo del nuovo prodotto. È però anche possibile utilizzare l’approccio a sprint per raggiungere velocemente obiettivi specifici all'interno di un progetto. In questo caso ogni sprint è indipendente e viene alternato a periodi di attività “normale”.

Gli sprint sono particolarmente utili quando si debba privilegiare la velocità e la visione d’insieme, piuttosto che la cura del dettaglio e la ricerca della perfezione. È possibile ad esempio eseguire uno sprint per generare nuove idee, per verificare un product concept o per definire i requisiti di un nuovo prodotto da sviluppare.

Un esempio di sprint è quello che viene utilizzato da Google Ventures per la valutazione ed il perfezionamento delle nuove idee. In 5 giorni le nuove idee vengono sviluppate e verificate seguendo un processo in 5 fasi:
  1. Unpack: condivisione delle informazioni,
  2. Sketch: definizione delle possibili soluzioni,
  3. Decide: definizione del prodotto,
  4. Prototype: costruzione di un prototipo,
  5. Test: test del prototipo con uno o due utilizzatori.
Le diverse fasi assicurano l'esecuzione di tutti i passi necessari, mentre le metodologie e gli strumenti utilizzati assicurano efficacia e velocità al processo.

Un altro esempio è lo sprint di generazione di idee, che permette in 2 giorni di generare e selezionare idee di prodotti innovativi da sviluppare. Questo sprint prevede 4 fasi:
  1. Define: definizione degli obiettivi, condivisione delle informazioni,
  2. Explore: costruzione della nuvola dei bisogni,
  3. Sketch: definizione delle possibili soluzioni,
  4. Select: selezione delle idee.
È spesso possibile suddividere uno sprint in più mini-sprint, intervallati da alcuni giorni di pausa per facilitare la partecipazione degli interessati. Inoltre, poichè la nostra mente inconscia continua ad elaborare informazioni e stimoli, anche quando noi stiamo facendo altre cose, in questo modo si lascia un po’ più tempo alle idee ed alle decisioni per maturare, rendendo lo sprint più ricco ed i risultati finali più affidabili.

Esistono molti tipi di sprint, che permettono di ottenere risultati diversi e che possono essere utilizzati per accelerare significativamente ed a basso costo il processo di sviluppo dei nuovi prodotti.

domenica 1 maggio 2016

Quanto è liquido il mio mercato?

Un mercato si può definire liquido se i suoi elementi principali si modificano velocemente, richiedendo un continuo adattamento dei prodotti e dei servizi offerti dalle imprese.
Il mercato liquido evolve in maniera confusa e frammentata, rendendo più complesso per le imprese definire scenari ed obiettivi strategici.

Per comprendere il "livello di liquidità" di un mercato, può essere utile valutare la velocità di evoluzione dei seguenti 8 elementi principali:
  • Segmentazione: velocità di evoluzione dei gruppi di utenti ai quali rivolgere la propria offerta (ad es. nascita di nuovi segmenti di mercato),
  • Bisogni dei clienti: velocità di cambiamento dei bisogni e dei desideri dei clienti (ad es. nascita di nuovi bisogni da soddisfare),
  • Comportamenti d'acquisto: velocità di cambiamento dei comportamenti d'acquisto (ad es. aumento del senso di urgenza, ricerca di nuovi canali di acquisto, ...),
  • Modello di business: modalità di creazione e scambio di valore tra imprese e mercato (ad es. affitto al posto della vendita di un prodotto o collaborazione tra cliente e fornitore per la realizzazione del prodotto),
  • Prezzi: variabilità dei prezzi per prodotti comparabili tra loro (ad es. prodotti low cost),
  • Concorrenti: velocità di evoluzione dello scenario competitivo (ad es. ingresso di nuovi concorrenti, modifica delle strategie da parte dei concorrenti, ...),
  • Tecnologie: velocità di introduzione di nuove tecnologie (ad es. internet of things, big data, ...)
  • Leggi e regolamenti: velocità di introduzione di nuove leggi e regolamenti nel mercato di riferimento.
Analogamente per le imprese è importante valutare il "livello di liquidità" della propria offerta, considerando i seguenti 8 fattori di successo dei prodotti e servizi nel mercato liquido:
  • Intelligenza & interconnessione: prodotti connessi ad internet, in grado di conoscere il contesto in cui stanno operando, di memorizzare i risultati delle azioni ed imparare i comportamenti migliori per facilitare il raggiungimento degli obiettivi degli utilizzatori,
  • Personalizzabilità: possibilità per il cliente di adattare il prodotto alle proprie esigenze e di renderlo unico
  • Aggiornabilità (dopo l'acquisto): possibilità per i clienti di aggiornare il prodotto anche dopo l'acquisto,
  • Scalabilità (dopo l'acquisto): possibilità per il cliente di modificare il prodotto anche dopo l'acquisto per soddisfare i propri bisogni e desideri in continuo cambiamento,
  • Sostenibilità: basso impatto ambientale nella costruzione, utilizzo e smaltimento del prodotto,
  • Facilità d'uso: immediatezza e possibilità di utilizzo dal momento in cui si entra in contatto con il prodotto, minimizzando la necessità di formazione e/o lettura di manuali d'uso,
  • Elevato valore intangibile: oltre al valore funzionale (tangibile), i prodotti desiderabili hanno un elevato valore emozionale, simbolico ed etico dei prodotti,
  • Disponibilità di servizi ad alto valore aggiunto: possibilità da parte del cliente di accedere a servizi ad alto valore aggiunto, che completano e rendono unica l'offerta.
Questi 16 punti costituiscono l'inizio di una riflessione concreta che dovrebbe innescare in molte imprese un processo di cambiamento verso l'innovazione liquida.

Per facilitare la riflessione è stato messo a punto un questionario (su Google Forms: Liquid Innovation Self Assessment) che permette alle imprese l'autovalutazione del livello di liquidità dei mercati e dei prodotti. Il tempo di compilazione è estremamente contenuto (2-3 minuti) e la compilazione deve avvenire entro il 20 Maggio 2016. 
Chi desidera partecipare al questionario riceverà in seguito un report con i risultati complessivi ed alcuni suggerimenti pratici per iniziare un percorso verso l'innovazione liquida.