domenica 19 febbraio 2017

Vantaggi e svantaggi degli strumenti visuali

Nel mondo liquido tutte le cose cambiano velocemente. Per muoversi in fretta senza fare errori, è necessario utilizzare in azienda approcci e strumenti adeguati, che coniughino efficacia, flessibilità e leggerezza.

Per questo motivo negli ultimi anni si sono diffusi numerosi strumenti di visual management. Rispetto agli strumenti “classici”, quelli visuali presentano vantaggi e svantaggi.

I vantaggi principali degli strumenti visuali sono:
  • Maggiore sinteticità ed immediatezza nel rappresentare le informazioni (un’immagine vale più di mille parole): l’utilizzo di forme visibili invece che di parole e concetti attiva meccanismi cerebrali diversi e permette di rappresentare immediatamente la visione d’insieme.
  • Maggiore efficacia nella comunicazione: gli strumenti visuali sono più chiari (meno fraintendimenti), si ricordano meglio, superano le barriere linguistiche e sono sempre disponibili (appesi al muro, invece che nella memoria di un computer).
  • Maggiore concretezza: essendo estremamente flessibili, permettono di rappresentare esattamente quello che serve al team che li utilizza, adattando il linguaggio al contesto di utilizzo. Avendo d’altra parte una struttura definita, rendono più concrete ed efficaci le riunioni stesse.
  • Maggior coinvolgimento emotivo: gli strumenti visuali vengono utilizzati durante gli incontri di discussione e condivisione delle informazioni, rendendo più efficaci questi momenti e favorendo il coinvolgimento attivo dei partecipanti.
  • Miglior qualità delle decisioni: tutti i vantaggi precedentemente elencati portano al miglioramento della qualità delle decisioni prese dai team.
  • Riduzione del tempo necessario alla gestione ed all’aggiornamento: gli strumenti visuali vengono utilizzati in tempo reale durante le riunioni e registrano immediatamente le informazioni scambiate e le decisioni prese. Al termine della riunione sono in effetti già aggiornati.

I principali svantaggi degli strumenti visuali consistono in:
  • Semplicità (a volte eccessiva) dei modelli utilizzati: la necessità di rappresentare graficamente le informazioni e l’assenza di automatismi per il calcolo e l’aggiornamento, impone l’utilizzo di modelli semplici, che in alcuni casi non riescono a rappresentare in modo analitico situazioni molto complesse.
  • Difficoltà di utilizzo per team distribuiti geograficamente: in questi casi tabelloni cartacei e post-it non sono sufficienti. Sono invece necessari strumenti informatici adatti a gestire tabelloni visuali.
  • Difficoltà di trovare spazi fisici adeguati: l’utilizzo di board visuali molto grandi richiede la disponibilità di pareti o supporti adeguati, in grado di garantire anche la riservatezza delle informazioni.
Si possono infine individuare 4 regole generali per l’utilizzo degli strumenti visuali:
  • il board appartiene al team,
  • il board è lo strumento per la discussione
  • il board deve essere sempre visibile dove serve
  • don’t kill efficacy with standardization.
L'utilizzo di visual boards per gestire l'innovazione dei prodotti e dei servizi è ormai molto diffuso e nei prossimi post presenterò alcuni strumenti utili per favorire l'innovazione liquida.

sabato 4 febbraio 2017

La segmentazione del mercato (III): il modello OCEAN e l’elezione di Trump

Nel 2008 un ricercatore polacco, di nome Michal Kosinski, pensò di utilizzare le nostre tracce informatiche per classificare i diversi tipi di personalità e quindi prevedere i nostri comportamenti. Diffuse su Facebook un questionario per costruire il profilo psicologico di chi avesse accettato di compilarlo e poi analizzò i loro “like”, cercando delle correlazioni. La crescita strepitosa di Facebook in quegli anni giocò in suo favore e milioni di persone risposero al suo questionario. Kosinski riuscì così a costruire un modello in grado di correlare i "like" con i profili psicologici.
Nel 2012, Kosinski dimostrò che sulla base di una media di 68 "like", è possibile prevedere il colore della pelle di una persona con il 95 per cento di precisione, il suo orientamento sessuale (precisione 88 per cento) e la sua appartenenza a il partito democratico o repubblicano (85 per cento). Analogamente è possibile determinare il quoziente di intelligenza, l’appartenenza religiosa ed il consumo di alcool, sigarette e droghe.

Questo modello può oggi essere utilizzato in due modi:
  • risalire dai like alla personalità e quindi ricercare persone con certe caratteristiche psicologiche partendo dalle loro tracce informatiche,
  • prevedere che cosa può piacere ad una persona con un certo profilo psicologico
Tutto questo è descritto molto bene in questo video di Alexander Nix, fondatore di Cambridge Analytica, una società di comunicazione basata sui big data. Sembra che queste tecniche siano state utilizzate sia nella campagna elettorale di Trump, che nel referendum inglese sulla Brexit per fornire messaggi personalizzati alle singole persone. Si può leggere l'intera storia qui.

A questo proposito si dovranno fare importanti di riflessioni sull’utilizzo dei big data, sulla forza della comunicazione e sull’importanza della privacy. È però anche interessante comprendere quale modello di segmentazione psicografica sia stato utilizzato per costruire i profili psicologici degli utenti.

Si tratta del modello chiamato OCEAN, da Openness to experience, Conscientiousness, Extraversion, Agreeableness, and Neuroticism. Il modello fu sviluppato a partire dagli anni 80 da diversi ricercatori e si basa sull’utilizzo dei 5 fattori appena elencati per descrivere le diverse personalità.

  • Apertura (curiosità vs prudenza): le persone aperte sono creative e curiose, ricercano emozioni intense e stimoli intellettuali. Al contrario le persone poco aperte privilegiano la tranquillità, la prudenza e la perseveranza. Le persone estremamente aperte possono essere imprevedibili e defocalizzate, mentre le persone estremamente prudenti possono essere di mentalità chiusa e contrarie ad ogni progresso.
  • Coscienziosità (efficienza vs negligenza): Le persone coscienziose tendono ad essere organizzate ed affidabili e preferiscono la pianificazione alla spontaneità. Le persone poco coscienziose amano invece la flessibilità e l’improvvisazione. Ad un estremo della coscienziosità si trova la testardaggine, mentre all’altro si trovano sciatteria ed inaffidabilità.
  • Estroversione (socievolezza vs individualismo): Le persone estroverse cercano energia e stimoli nella compagnia di altre persone, mentre quelle introverse tendono ad essere più riflessive e meno capaci di comunicare. Ad un estremo troviamo la ricerca smodata di attenzione e la prevaricazione, mentre all’altro ci sono isolamento e solitudine.
  • Amabilità (compassione vs antagonismo): Le persone amabili tendono ad essere compassionevoli e fiduciose piuttosto che sospettose e antagoniste verso gli altri. L’elevata amabilità sfocia nella ingenuità o nella sottomissione, mentre all’altro estremo troviamo competitività e sospettosità.
  • “Nevroticità” (stabilità vs instabilità). La nevroticità è la tendenza a sperimentare facilmente emozioni non controllabili quali rabbia, ansia e depressione. Nevroticità si riferisce anche al grado di stabilità emotiva e al controllo degli impulsi. Ad un estremo si trovano l’indifferenza ed il disinteresse, mentre all’altro estremo vi sono personalità estremamente reattive ed insicure.
La comprensione dei diversi tratti della personalità descritti dal modello OCEAN è dunque molto potente e permette di ideare prodotti e servizi che soddisfano in modo preciso le esigenze delle diverse categorie di utilizzatori. Mi sembra inoltre che utilizzato in questo ambito, il modello OCEAN non ponga i problemi etici presenti nell'utilizzo nella comunicazione (ed in particolare nella comunicazione per fini elettorali).

Per chi fosse curioso di conoscere il proprio profilo secondo il modello OCEAN, ci sono diversi test disponibili online (gratuiti ed in inglese). Io segnalo questo: http://www.personalitytest.org.uk/