lunedì 15 maggio 2017

Creare valore con l'Internet of Things

Con l’arrivo dell’internet of things ogni prodotto può avere una propria vita sul web ed essere il nodo di un ecosistema in grado di gestire informazioni, anche complesse. 
L’introduzione di questa nuova tecnologia costituisce l’opportunità di creare più valore per i clienti e richiede alle imprese un cambiamento del modello di business. L’interazione tra cliente, prodotto ed azienda si protrae infatti nel tempo: ogni volta che il cliente utilizza un prodotto interconnesso, l’azienda viene coinvolta e deve “reagire”. Immaginiamo l’esempio, ormai classico, del termostato che impara: il produttore registra continuamente i dati sulla temperatura reale e desiderata in casa ed ogni volta che l’utilizzatore effettua una regolazione, l’azienda (un algoritmo) viene coinvolta e sceglie la strategia migliore per realizzarla.

Per la maggior parte delle imprese la vera sfida dell’IoT non è dunque tecnologica, ma è la ricerca di nuovi modi di creare valore per gli utilizzatori e di proporli attraverso business model adeguati.

Sulla base dell’esperienza fatta con alcuni progetti in settori diversi, riporto qui alcuni “paradigmi” a cui ispirarsi nella ricerca di modi di creare valore mediante l’interconnessione. Un’impresa che voglia avvicinarsi all’internet of things può provare ad immaginare se i propri prodotti possono:
  • Raccogliere informazioni: raccogliere dati istantanei sul funzionamento e/o sulla posizione e sullo stato dei prodotti e/o dell’ambiente circostante e riproporli sottoforma di grafici, mappe o altri strumenti che aiutino a comprendere meglio le modalità di utilizzo del prodotto (es. strumenti che registrano i dati di allenamento e li ripropongono su un portale o li condividono sui social),
  • Essere monitorati da remoto: raccogliere dati istantanei sul funzionamento e/o sulla posizione e sullo stato dei prodotti e/o dell’ambiente circostante ed effettuare il monitoraggio remoto del prodotto (es. manutenzione programmata basata sull'effettivo utilizzo),
  • Fornire informazioni durante il funzionamento: fornire suggerimenti sull’utilizzo dei prodotti basati sull’effettivo utilizzo e/o sullo stato attuale del prodotto e/o dell’ambiente (es. navigatore satellitare),
  • Essere comandati da remoto: eseguire tutte le funzioni di comando e regolazione da remoto (es. regolazione remota della temperatura),
  • Connettere più utenti: fornire informazioni istantanee a diversi utilizzatori che possano collaborare per il raggiungimento dell’obiettivo (ad es. sistema di allenamento che fornisca dati al preparatore atletico, che a sua volta possa modificare la resistenza o le regolazioni dell’apparecchio per ottimizzare l’allenamento),
  • Far giocare più utenti: connettere utenti che svolgono gli stessi compiti ed organizzare delle competizioni (ad es. conoscere i tempi e la posizione di tutti i ciclisti che in un determinato momento stanno facendo il mio stesso percorso),
  • Imparare dall’esperienza: interpretare le esigenze dell’utilizzatore e modificare il proprio comportamento sulla base dei risultati ottenuti nel passato in situazioni simili (ad es. termostato che impara a regolare la temperatura sulla base delle caratteristiche dell'ambiente e le abitudini dell'utilizzatore),
  • Imparare dall’esperienza condivisa: poter accedere alle informazioni su comportamenti e risultati ottenuti da prodotti simili in altri contesti (ad es. macchine utensili che imparano le regolazioni da altre macchine simili),
  • Automatizzare processi: ottimizzare processi sulla base di informazioni e decisioni locali (ad es. frenata automatica in caso di pericolo),
  • Collaborare: collaborare con altri prodotti intelligenti inviando e ricevendo richieste di modificare il proprio comportamento (ad es. smart grid per la distribuzione dell’energia elettrica).
Provare ad applicare questi modelli ai propri prodotti è spesso un punto di partenza efficace per immaginare come rendere più intelligenti i propri prodotti.

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