lunedì 6 febbraio 2012

Minimum Viable Product

Nell'imprevedibile mercato attuale il rischio maggiore derivante dalle attività di innovazione è che i nuovi prodotti sviluppati non abbiano successo.
Per ridurre questo rischio si utilizzano tecniche di coinvolgimento dei potenziali utilizzatori a partire dalle fasi iniziali del ciclo di vita. Interviste, focus group, visite a clienti etc. sono tecniche ben conosciute ed utilizzate da molte aziende.
E' interessante anche l'approccio del Minimum Viable Product definito da Eric Ries, che prevede di anticipare il più possibile il momento in cui si introduce il prodotto sul mercato, per utilizzare al più presto i feedback espressi da clienti veri. Per fare questo è necessario ridurre al minimo  le funzionalità e le caratteristiche considerate indispensabili per il lancio del nuovo prodotto.
Il nome è nuovo ed evocativo, ma l'approccio è ben conosciuto e già praticato da molte aziende, che sono abituate a chiedere ad alcuni clienti di utilizzare i loro prototipi, per poi ricevere dei feedback. 
L'approccio del Minimum Viable Product prevede una serie di cicli di iterazione con gli utilizzatori, che ha molteplici effetti positivi:
  • riduzione del rischio di sviluppare prodotti o funzionalità, che non verranno richieste o apprezzate dai clienti,
  • riduzione del time-to-market,
  • miglior soddisfazione dei bisogni e dei desideri dei clienti.
La prima iterazione con i clienti (ovvero il primo Minimum Viable Product) può essere qualcosa che viene preparato molto velocemente per verificare il livello di interesse da parte del mercato: un file di rendering, una pagina web che descrive un prodotto non ancora esistente oppure un banner pubblicitario (tipo Google Ads).
Si procede quindi con la realizzazione di un prodotto che contiene le caratteristiche più importanti dal punto di vista del cliente, ma non ancora tutte le funzionalità o tutti i dettagli. Questo prodotto viene distribuito o venduto ad alcuni utilizzatori, ai quali è richiesto di fornire feedback, impressioni e suggerimenti, che orienteranno la successiva fase di sviluppo. Si procede in questo modo per affinamenti successivi fino alla messa a punto definitiva del prodotto.

Il punto interessante è dunque quello di definire le caratteristiche minime necessarie non solo per costruire un prototipo atto a verificare il funzionamento tecnico e le prestazioni del prodotto, ma anche per realizzare il più presto possibile un Minimum Viable Product, che permetta di ottenere dei feedback significativi dai clienti. Ad esempio nello sviluppo di applicazioni software ci si può concentrare soltanto sulle funzioni principali semplificando (o tralasciando) momentaneamente le funzionalità più standard, meno interessanti dal punto di vista dei feedback. I nuovi prodotti alimentari o cosmetici possono essere immessi sul mercato anche senza il packaging definitivo. I nuovi servizi possono essere testati soltanto per alcuni clienti, magari con un supplemento di lavoro manuale da parte dell'operatore, senza un applicativo software di supporto.
E' poi importante procedere velocemente con i cicli di affinamento e messa a punto.

Quando si inizia lo sviluppo di un nuovo prodotto, è dunque importante porsi le seguenti domande:
  • Quali sono le funzionalità minime assolutamente necessarie per immettere il prodotto sul mercato?
  • A quali clienti fornirò il prodotto in modo preliminare?
  • Come raccoglierò i feedback?

Le risposte a queste domande non sono mai facili, ma vale la pena di pensarci, perchè i feedback dei clienti sul prodotto vero hanno un valore fondamentale.

Nessun commento: