Nei post precedenti abbiamo visto che l’economia dei prossimi decenni dovrà essere caratterizzata da una crescita“intelligente” e sostenibile e che nelle economie mature il motore della crescita è l’innovazione.
L'innovazione non
nasce per caso: è infatti il frutto di un ecosistema complesso che coinvolge
diversi attori.
Il primo protagonista dell’innovazione è il sistema scolastico, che deve preparare
i giovani ad essere innovativi. La cultura dell’innovazione non è soltanto conoscenza
scientifica, ma anche comprensione dell’uomo e dei suoi bisogni. È inoltre
necessario educare i bambini ed i ragazzi ad essere creativi, ad aver fiducia
nelle proprie idee, ad impegnarsi con serietà e a perseguire con determinazione le opportunità che
i continui cambiamenti ci pongono davanti ogni giorno.
Il secondo protagonista è la ricerca scientifica che deve far progredire la conoscenza e creare nuove opportunità per innovare i prodotti e servizi esistenti o per svilupparne di nuovi. In un sistema di piccole e medie aziende come
quello italiano, la ricerca scientifica deve essere portata avanti dallo
stato e dalle università. La scarsità di risorse dedicate e la difficoltà di
collaborazione tra aziende ed università sono dunque importanti barriere che riducono
la capacità di innovare.
Il terzo protagonista è il sistema bancario, che deve essere in grado di riconoscere
e finanziare i progetti innovativi. Le banche devono infatti sicuramente puntare
al proprio profitto ed alla riduzione dei rischi, ma dovrebbero anche svolgere
il loro ruolo fondamentale nella crescita dell’economia reale rendendo disponibili
risorse economiche per la realizzazione delle buone idee.
Il quarto protagonista è lo stato, che dovrebbe predisporre condizioni
favorevoli all’innovazione. In Italia vi sono invece una serie di barriere che la
ostacolano. Tasse, burocrazia e corruzione ad esempio sono zavorre che sottraggono
risorse all’innovazione e che penalizzano le aziende italiane quando competono
nel mercato globale.
Questi quattro protagonisti svolgono un ruolo fondamentale nell’ecosistema
dell’innovazione, ma possono soltanto creare un contesto favorevole. La responsabilità ultima di realizzare l’innovazione è delle imprese, il cui scopo è proprio quello di trasformare idee vincenti in prodotti e
servizi che generano crescita.
Le imprese sono dunque il catalizzatore della crescita.
L’Italia è cresciuta molto poco negli ultimi 20 anni e tutti noi dobbiamo
impegnarci per migliorare il contesto che favorisce l’innovazione (stato,
scuole, ...). Il lavoro da fare in questo campo è talmente grande da risultare quasi opprimente. C'è però anche un altro grave problema: data la situazione economica, le imprese non hanno il tempo di
aspettare condizioni migliori. L’innovazione deve essere realizzata “qui ed
ora”, altrimenti troppe imprese continueranno a morire.
La necessità di innovare è una responsabilità particolarmente importante per gli imprenditori ed i manager delle
piccole e medie imprese, che costituiscono la parte più significativa del tessuto
economico italiano e che spesso pensano che l’innovazione sia troppo complessa
o non adatta alle loro aziende.
Non è così: tutte le aziende per sopravvivere devono trasformarsi e diventare
più innovative. Le condizioni difficili, la mancanza di tempo e di risorse sono ostacoli importanti, ma probabilmente non esistono alternative.
I prossimi post si focalizzeranno dunque su quello che le imprese possono fare per aumentare le proprie capacità di essere innovative, cercando di delineare un percorso fatto di piccoli passi e di strumenti frugali.
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