L’economia italiana deve crescere, altrimenti non sarà possibile mantenere
il livello di benessere a cui siamo stati abituati e sarà molto difficile
pagare il nostro enorme debito pubblico.
Nelle economie moderne la crescita si può ottenere soltanto in due modi:
- aumentando il numero di ore lavorate,
- creando più valore per ogni ora di lavoro.
Storicamente la crescita economica in uno stato ha inizio quando
l’infrastruttura statale (in particolare salute, sicurezza, diritti) ed il
livello di istruzione raggiungono un livello di sviluppo adeguato. Questo è
quanto è successo nel XIX secolo in Europa e negli Stati Uniti e negli ultimi
decenni in Asia (in particolare Cina ed India) ed in alcuni paesi del Sudamerica.
Quando si verificano queste condizioni, si passa da un’economia di
sussistenza ad un’economia industriale. Il basso costo della manodopera fa
crescere la quantità di lavoro, che nella prima fase di sviluppo è il motore
principale della crescita economica.
Con il passare del tempo il benessere economico aumenta ed il costo del
lavoro cresce. Si entra così nella seconda fase della crescita e per rimanere
competitivi è necessario aumentare la produttività del lavoro e la qualità dei
prodotti. Questo è quanto è successo negli ultimi anni del XX secolo alle
economie industrializzate: un grande sforzo è stato compiuto per organizzare ed
automatizzare la produzione ed aumentare il numero di pezzi prodotti per unità
di tempo.
Oggi nelle economie avanzate questo non è più sufficiente perchè siamo
entrati nella terza fase della crescita: molti paesi sono in grado di produrre
a costi bassi e con ottima qualità e molti mercati sono saturi ed assorbono quindi
meno prodotti. L’unica possibilità per continuare a crescere in questa terza
fase è quella di innovare i propri prodotti e servizi, differenziandosi dai
concorrenti ed evitando così la pura lotta sul prezzo, che erode il profitto e
strangola le imprese. In questo modo sarà possibile sia aumentare il valore
aggiunto per ogni ora di lavoro, sia aumentare la quantità di lavoro, trovando
uno sbocco alla grande quantità di disoccupati.
Per l’Italia il motore della crescita è dunque l’innovazione e questo
richiederà profondi cambiamenti in molte imprese italiane, oggi focalizzate principalmente
sulla riduzione dei costi e sull’aumento dell’efficienza.
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