“Interruzione, incoerenza, sorpresa sono le normali
condizioni della nostra vita. Sono diventate dei bisogni reali per tante
persone le cui menti non sono più nutrite da nient’altro che da mutamenti
repentini e sempre nuovi stimoli. Non riusciamo a sopportare più nulla che
duri.”
Con questa frase di Paul Valery si apre il libro “Modernità Liquida” di
Zygmunt Bauman.
Bauman nota che i solidi occupano uno spazio definito e sono
stabili nel tempo, mentre i liquidi non occupano uno spazio proprio, ma si
modificano istante per istante adeguandosi allo spazio esterno che li circonda.
Analogamente egli sostiene che la nostra società ed il nostro esistere
nell’era post-moderna si sono fatti liquidi.
Se i nostri genitori si muovevano infatti all’interno di principi,
confini e valori solidi, noi viviamo invece immersi in un mondo liquido in continua
trasformazione, senza più punti di riferimento stabili. Le cause di questo
fenomeno sono molteplici, così come le conseguenze psicologiche e sociologiche (per approfondire consiglio
tra i tanti. Modernità Liquida e Vita Liquida di Bauman, “La società dello spettacolo”
di Guy Debord e le opere di Mark Granovetter, in particolare gli articoli: "The strenght of weak ties” e The problem of Embeddeness”).
Proviamo a riflettere su che cosa comporta il fenomeno della
modernità liquida per le aziende manifatturiere.
Per prima cosa viene messo in discussione il concetto di “durata”
dei prodotti: mentre una volta si privilegiavano i prodotti che avrebbero potuto durare per molti anni, oggi l’orizzonte temporale che si considera al momento
dell’acquisto è molto più limitato. Il futuro è incerto e l’evoluzione
tecnologica è così veloce, che un prodotto che duri a lungo può spaventare
piuttosto che tranquillizzare. Molti clienti preferiscono infatti riservarsi la
possibilità di cambiare prodotto dopo un tempo relativamente breve.
Questo conduce ad una serie di scenari nuovi
per le aziende manifatturiere: la breve durata del ciclo di vita di un prodotto
si traduce infatti in un investimento iniziale basso da parte del cliente e sempre minor tempo a
disposizione per la scelta, l’apprendimento e la messa in funzione del
prodotto.
Una delle prime risposte a questa esigenza è stata la
modifica dei contratti d’acquisto: viene chiesto un anticipo relativamente
piccolo, si paga a rate ed al momento della vendita viene definito
un patto di riacquisto, rendendo la transazione di fatto molto simile ad un “pay
per use”.
Questa modalità ha molti vantaggi, ma richiede l’interazione
con un partner finanziario e non risolve il problema di che cosa fare dei
prodotti una volta che verranno restituiti.
Un’altra possibile soluzione è quella di realizzare prodotti
che possano cambiare nel tempo. Per ottenere questo è
necessario progettare prodotti con architettura modulare (tipo “Lego”), nei
quali possano essere sostituiti i singoli componenti senza dover riacquistare l’intero
prodotto. Parliamo ad esempio di apparecchi elettronici ai quali sia previsto di poter sostituire le unità di memoria o di cucine alle quali possano essere
cambiate le ante quando si voglia rinnovarne l’aspetto estetico, ma potremmo anche
parlare di automobili alle quali si possa facilmente cambiare il motore, di divani
che possano essere modificati con l’aggiunta o l’eliminazione di alcuni moduli
o di altre applicazioni dell’architettura modulare non ancora esplorate.
È anche possibile sviluppare prodotti che possono essere
aggiornati periodicamente. La pervasività dell’elettronica e del software
rendono infatti spesso conveniente l’aggiornamento dei prodotti: come siamo abituati ad
aggiornare il sistema operativo del telefonino, potremmo aggiornare anche il
software che gestisce la nostra caldaia o il rasaerba, che acquisiranno nuovi comportamenti e funzionalità.
Si dovrebbero inoltre pensare prodotti che siano modificabili
in tempo reale dall'utilizzatore. Ad esempio l’organizzazione dello spazio
interno dei mobili potrebbe essere facilmente adattabile alle
esigenze attuali dell'utilizzatore (ad es. estate o inverno) oppure la luce emessa da una lampada a led
potrebbe essere regolata in intensità e tonalità a seconda dell’umore dell’utilizzatore.
La velocità dell’evoluzione, richiede anche una diversa
suddivisione degli investimenti per lo sviluppo dei nuovi prodotti: le aziende spesso
non possono sostenere l’onere ed il rischio di grossi investimenti con lunghi
periodi per il raggiungimento del break-even. Risulta allora sempre più spesso
conveniente lanciare sul mercato prodotti non ancora completamente sviluppati,
ma già in grado di soddisfare un set minimo di esigenze (si veda minimum viable product). In questo caso, oltre a ridurre l’investimento iniziale necessario, si ottiene
il vantaggio di essere “guidati” nello sviluppo del prodotto da esigenze di
clienti reali.
Ecco in sintesi le prime 4 caratteristiche del prodotto liquido:
- Architettura modulare
- Aggiornabile (upgradable)
- Modificabile in tempo reale dall'utilizzatore
- In continua evoluzione (a partire dal minimum viable product)
Il “prodotto liquido” ha altre importanti caratteristiche, che
esploreremo nei prossimi post.
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