sabato 15 giugno 2013

Le idee sono come le farfalle


La parola idea nasce dalla radice greca eid-, che significa vedere.
Molti filosofi e psicologi hanno cercato di definire le idee e di comprendere come nascono. Sono state  sviluppate diverse teorie: dall’esistenza di idee innate (Platone), alle idee come rappresentazione della realtà (Cartesio), fino alle idee come strumento di conoscenza (Steiner). Ad oggi non vi è ancora una teoria universalmente accettata che spieghi come nascono le idee.
Dall’osservazione “sperimentale” credo però che si possa convenire che:
  • le idee nascono spontaneamente nella nostra mente a livello inconscio e poi “appaiono” alla nostra mente conscia
  • la nascita di idee è favorita dalla creazione di collegamenti tra informazioni pre-esistenti (si veda a questo proposito il video Where good ideas come from di Steven Johnson).
Nelle imprese le idee hanno un ciclo di vita simile a quello delle farfalle: nascono bruchi, vengono selezionate, nutrite e poi selezionate nuovamente. Quelle che sopravvivono entrano nel bozzolo dello sviluppo e si trasformano in nuovi prodotti e servizi.

Troppo spesso le aziende dimenticano che le idee sono il carburante dell’innovazione e non si curano di gestirne il ciclo di vita. Questo è molto pericoloso: investire risorse preziose nello sviluppo di idee mediocri è uno dei più gravi errori che le aziende possono fare. Anche perchè paradossalmente la generazione e la selezione delle idee sono attività che costano poco ed hanno invece un’influenza importante e diretta sul profitto aziendale.

Le prime due fasi del ciclo di vita delle idee sono (le fasi successive verranno descritte in altri post):
  • la nascita
  • la condivisione

La nascita delle idee
Nuove idee sbocciano continuamente nella nostra mente, ma il processo di generazione delle idee non può essere forzato ed i suoi risultati non possono essere determinati a priori. In azienda la generazione di idee non può essere imposta ed è dunque il risultato di una collaborazione volontaria tra l’azienda ed i propri collaboratori.
Generare nuove idee è infatti un'attività non "obbligatoria", che comporta un certo rischio di insuccesso e che spesso continua al di fuori dell'orario di lavoro. Per questo motivo la prima cosa che le aziende devono fare per stimolare la generazione di idee è quella di motivare i propri collaboratori, spesso facendo leva su elementi quali la passione, l’autonomia decisionale, il coinvolgimento ed il clima aziendale positivo.
Poichè le idee sono nuovi collegamenti tra informazioni, un’altra cosa che le aziende possono fare è  favorire l’acquisizione e la diffusione di informazioni, che possano arricchire i propri collaboratori ed orientare i temi sui quali generare idee.
La creatività è un fenomeno sociale: in solitudine ogni persona tende a ripercorrere sempre gli stessi percorsi mentali senza arrivare a nuove idee. L’azienda può allora creare occasioni di incontro e confronto per lo sviluppo di nuove idee (anche con persone esterne). In queste occasioni è anche possibile utilizzare metodi per favorire la creatività.
Ognuno di noi deve invece aumentare la propria curiosità, abituarsi a vedere le cose da diversi punti di vista, confrontarsi con altre persone e soprattutto imparare a prestare attenzione ai primi segnali di vita delle nuove idee. Appena nate le idee sono infatti evanescenti e fragilissime: per ucciderle basta la mancanza di attenzione.

La condivisione delle idee
Un’idea nella mente di una persona non ha alcun valore. Le idee acquistano valore quando vengono condivise. Prima però devono superare una selezione da parte di chi le ha pensate. La selezione prevede essenzialmente la risposta a tre domande:
  • è sensata/fattibile?
  • che cosa rischio?
  • che cosa ci guadagno?

Come si può intuire, la risposta a queste domande è influenzata pesantemente dall’ambiente in cui ci si trova. In un’azienda dove molte idee vengono fermate o peggio nemmeno considerate, dove non viene incoraggiata l’esplorazione di nuovi percorsi, molte idee non verranno nemmeno proposte perchè giudicate non fattibili o troppo rischiose da parte di chi le ha pensate. Inoltre se i collaboratori non si sentono coinvolti nel destino dell'azienda, difficilmente vedranno un vantaggio nel proporre le loro idee.

CALL TO ACTION
La scarsa propensione dei collaboratori a generare e condividere nuove idee costituisce spesso una delle più importanti barriere invisibili all'innovazione.
E' importante dunque riflettere sulla propria azienda ed identificare quali sono gli ostacoli che scoraggiano i collaboratori a generare nuove idee ed a condividerle con l’azienda (magari condividendoli qui sotto forma di commenti per aiutare la riflessione di tutti).

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