domenica 23 maggio 2010

L'ultimo 5%

"We concentrate on detail, because the last 5% is often the difference between success and failure."
La filosofia Cannondale (qui)

Ogni prodotto è fatto da migliaia di dettagli che devono essere progettati in modo da realizzare una user experience vincente.
Come nel mondo dello sport la differenza tra vincere e perdere si gioca spesso sui centesimi di secondo, così in un mercato in cui vi è ampia disponibilità di prodotti simili, qualche dettaglio trascurato può fare la differenza tra un prodotto ottimo ed uno mediocre.
L'unico modo per realizzare prodotti vincenti è dunque quello di definirne i requisiti in modo dettagliato, coerente e preciso (sharp) prima di iniziare la progettazione. Tutto quello che non è definito o è ambiguo verrà infatti deciso dai progettisti durante la progettazione con obiettivi, sensibilità e criteri diversi, penalizzando sicuramente la user experience complessiva.

E' dunque necessario dedicare la massima cura alla definizione del prodotto prima di iniziarne la progettazione ed è utile seguire un metodo strutturato in questa fase iniziale dello sviluppo.
Esistono molti di questi metodi (ad es. QFD, voice of customer, conjoint analysis, ...) ed ogni azienda utilizzerà quello che sente più vicino al proprio modo di operare.

Nella mia esperienza vedo che è molto efficace utilizzare i seguenti passi:
- Analisi dell'esperienza di utilizzo del prodotto, per identificare i bisogni ed i desideri dei clienti partendo da come il prodotto verrà utilizzato (si veda il post:
Un semplice strumento per definire la user experience);
- Costruzione dell'albero delle funzioni e delle emozioni del prodotto, per strutturare ed organizzare quello che il prodotto deve "fare" per gli utilizzatori e le emozioni che deve suscitare (si vedano i post:
Ideare un nuovo prodotto o servizio vincente: l'albero delle funzioni e Ideare un nuovo prodotto o servizio vincente: l'albero delle emozioni);
- Definizione dei requisiti di prodotto, per definire il prodotto in modo completo e preciso prima di iniziare la progettazione.


Ho già descritto questi passi in alcuni post precedenti, ma li riprenderò in modo più sistematico ed ordinato.

mercoledì 12 maggio 2010

Artista!

"Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista."
(San Francesco D'Assisi)

domenica 9 maggio 2010

Il futuro è a est?

Mi è capitato di leggere un interessante articolo di Paul Samuelson su Newsweek: "A new economic order: rich nations must sell to the poor".
In breve la sua tesi è che i paesi poveri tendono a trasformarsi in paesi ricchi in due fasi. La prima fase dura fino a quando lo stato riesce a garantire le condizioni di sicurezza ed igienico-sanitarie di base, a stabilire misure per la tutela della proprietà ed a garantire un minimo di stato di diritto. A questo punto può iniziare la crescita economica, trainata dalla "fame" di benessere delle persone, che si trovano finalmente in un contesto in cui un maggior benessere è raggiungibile.
Oggi ci sono stati che hanno imboccato decisamente la seconda fase (Cina ed India in primis) ed altri che con qualche tentennamento ci si stanno avviando (Russia, paesi dell'Europa dell'est). In questi paesi l'economia sta crescendo e quindi (aiutati dalla crisi che blocca i paesi ricchi) in prospettiva potrebbero diventare il nuovo motore dell'economia globale.

Un altro articolo di Samuelson uscito a febbraio (!) sul Washington Post ("Greece and the welfare states in ruin") prende spunto dalla crisi greca per descrivere il fatto che tutti i paesi "ricchi" hanno uno stato sociale molto costoso che ha portato ad un alto debito pubblico o privato e spesso ad un deficit di bilancio. Samuelson considera inoltre due ulteriori trend: l'invecchiamento della popolazione e la paralisi della politica e conclude che questo mix di fattori pone a rischio il benessere a lungo termine dei paesi ricchi.

Mi sembra importante tenere in considerazione tutti questi trend perchè se è vero che nessuno di noi (credo) può trovare una soluzione politica che permetta di preservare il nostro benessere, è altrettanto vero che ognuno di noi deve fare delle scelte strategiche in ambito professionale che non possono ignorare questi fatti.
In altri termini mi sembra che sia giunto il momento di considerare seriamente l'eventualità di spostare un po' verso est il baricentro del nostro mercato target. Le grosse multinazionali lo hanno già fatto (ad es. Caterpillar, Boeing, ...). Non è facile, ma potrebbe essere necessario.

mercoledì 5 maggio 2010

"OUR" boat is faster than mine: un esempio estremo di open innovation

Lunedì sera a Pordenone ho avuto l'opportunità di parlare con Giuseppe, ricercatore universitario ed ideatore di The Open Waterbike Project, che ha l'obiettivo di progettare e realizzare "biciclette" acquatiche ad alta efficienza in modo "open".
Intorno a questa idea e partendo da un'architettura di prodotto modulare, Giuseppe ha costruito e fatto crescere una community globale di progettisti, produttori, rivenditori e potenziali clienti. Ogni partecipante ha contribuito in modo assolutamente gratuito con le proprie idee ed i propri studi. I potenziali clienti hanno contribuito alla definizione dei requisiti, i progettisti hanno fornito i disegni di diversi moduli, un'azienda ha realizzato un primo prototipo... e lo sviluppo del prodotto sta proseguendo in modo "spontaneo".

E' molto interessante secondo me chiedersi se e come questo "esperimento" possa essere replicato in un contesto di business più tradizionale.
E' chiaro che per ogni azienda poter ottenere collaborazione gratuita da parte di esperti in tutto il mondo sarebbe un grande vantaggio, dall'altro lato l'azienda deve rinunciare sia alla "proprietà" del prodotto ed anche al controllo stretto sui tempi di sviluppo.


Questi esperimenti sono molto importanti perchè anche il software open source sarebbe sembrato impossibile alcuni anni fa.
Che scenari si aprirebbero se per alcuni prodotti ci fossero progetti di questo tipo?
Quale sarebbe il ruolo delle aziende?

Mi piacerebbe sentire le vostre opinioni su questo argomento.